Roma, 9 marzo 2017, Sala della Lupa di Monte Citorio. Politici, associazioni di categoria e operatori del settore si sono confrontati su una possibile svolta dell’edilizia verso l’economia circolare e sulle numerose questioni ancora da risolvere per un cambiamento in questa direzione.

 

Introduzione

A partire dal dopoguerra, in Italia si costruiva senza mostrare alcun rispetto nei confronti del territorio. Nel corso degli anni, questo atteggiamento ha contribuito a creare un’immagine negativa dell’intero settore, che recentemente ha sofferto anche le conseguenze di una dura crisi economica. Ma se è opinione comune che dalla crisi nascono nuove opportunità, oggi il mondo dell’edilizia ha la possibilità di superare un momento di difficoltà adottando nuove strategie sostenibili che conducano a un rilancio economico e difendano l’ambiente allo stesso tempo.
Antonio Cianciullo, giornalista e direttore della rivista Materia Rinnovabile, ha aperto il convegno fornendo una visione di contesto ampia e puntuale del settore italiano delle costruzioni.

Prima parte: presentazione dei temi

Gianni Silvestrini, del Centro Materia Rinnovabile e Presidente del Green Building Council, ha illustrato i risultati di una ricerca svolta dal Centro Materia Rinnovabile al fine di captare gli umori delle categorie su edilizia e recupero. Si registra una spinta sempre più forte verso l’economia circolare e la decarbonizzazione. I maggiori ostacoli percepiti sono costi, logistica e disomogeneità legislativa.
Paola Ficco, avvocato e giurista ambientale, ha inquadrato la normativa di riferimento in merito al passaggio da rifiuto a risorsa: molte sono le lacune da colmare e gli aggiornamenti necessari, al fine di guidare con chiarezza l’attività delle imprese e creare un sistema più armonico, efficiente e integrato.
Anche Pasquale Fimiani, Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, si è pronunciato in favore di una normativa di riferimento certa. In un momento di passaggio verso un modello di economia circolare infatti, la crisi legislativa porta a difformità interpretative anche per quanto riguarda i controlli.
Mariano Grillo, Direttore Generale Ministero dell’Ambiente, direzione generale per i rifiuti e l’inquinamento, ha parlato dell’impegno del Ministero che, attraverso un dialogo con le imprese, mira alla costituzione di un sistema Paese unico a livello normativo e operativo.
La prima parte del convegno si è chiusa con l’intervento di Renato Gavasci, membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici, il quale ha affermato l’importanza dei rifiuti come risorsa nel sistema economico italiano e ha sottolineato i vantaggi che il riciclo e la green economy possono apportare al settore delle costruzioni.
Le conclusioni di Antonio Cianciullo alla prima rassegna di contributi.

Seconda parte: tavola rotonda tra le Associazioni di imprese

A introdurre e moderare la tavola rotonda è stato Roberto Coizet, presidente di Centro Materia Rinnovabile e Edizioni Ambiente. Coizet ha invitato le associazioni del settore a enucleare le difficoltà incontrate in questo momento di trasformazione dell’economia e del concetto stesso di rifiuto, che da elemento di cui disfarsi è diventato una risorsa.
I primi a prendere la parola sono stati Gabriele Buia, ex presidente Ance, e Paola Nugnes, Senatrice della Repubblica italiana. Buia ha sostenuto la necessità di una maggiore certezza e omogeneità, che favorisca l’utilizzo del materiale di demolizione per la costruzione di nuovi edifici. A questo proposito, la Senatrice ha ipotizzato un futuro in cui, in un cantiere di demolizione, riciclare sarà più immediato e semplice perché già in fase di costruzione si progetterà pensando anche all’utilizzo futuro dei materiali.
A seguire Rinaldo Incerpi, Presidente di CNA Costruzioni, ha espresso le difficoltà delle piccole imprese edili italiane nell’affrontare i costi dello smaltimento dei rifiuti prodotti e si è pronunciato a favore di un sistema che faciliti tali operazioni.
Secondo Francesco Scalia, Senatore della Repubblica italiana, compito del legislatore sarebbe disincentivare il conferimento in discarica dei rifiuti e favorirne il recupero.
Massimiliano Pescosolido, Segretario generale Atecap e la senatrice Paola Nugnes, hanno stabilito un confronto sull’incidenza dei materiali riciclati nell’edilizia e sulla situazione dello sfruttamento delle cave in Italia.
Celestino Sangiovanni, Presidente di Consital Confcooperative, ha dichiarato che non tutti i provvedimenti legislativi in vigore sono superati o da abbandonare: molte problematiche trattate durante il convegno, secondo Sangiovanni, derivano dall’inerzia e dall’incapacità di attuazione delle disposizioni già in essere da parte degli enti pubblici.
Arnaldo Radaelli, Presidente di Anaepa, ha posto un interessante quesito: i costruttori e le imprese credono veramente nel valore del riciclo, oppure perseguono strategie di sostenibilità solo in base alla convenienza economica? Secondo Radaelli è fondamentale un impegno del costruttore dal punto di vista ambientale, per poter raggiungere una buona qualità del materiale riciclato.
A chiudere gli interventi delle associazioni è stato Paolo Barbieri, Presidente Anpar, il quale come rappresentante di un consorzio che unisce i produttori di aggregati di materiali riciclati, ha espresso il bisogno di normative chiare in questo campo e di una semplificazione dei processi necessari per il riciclo dei materiali di costruzione.
A questo punto hanno preso la parola i rappresentanti delle imprese: hanno partecipato al convegno Antonio Amato, Amministratore delegato della società RMB-Brescia, e Alessandro Massalin, Direttore marketing presso Officina dell’ambiente. Amato ha dichiarato l’incompatibilità del diritto esistente e l’operatività delle imprese. Massalin ha posto la problematica della disomogeneità di interpretazioni tra Regioni diverse e la conseguente difficoltà operativa per aziende che hanno impianti dislocati sul territorio.

Conclusioni

L’intervento conclusivo di Alessandro Bratti, Presidente della Commissione Bicamerale d’inchiesta sui Rifiuti, ha toccato numerosi punti di discussione: il Presidente si è dichiarato contrario all’iperproliferazione legislativa e favorevole, piuttosto, a una maggiore efficienza della burocrazia; nell’applicazione dei criteri di classificazione dei rifiuti inoltre, ritiene che sia inevitabile perseguire un’omogeneità non solo all’interno del Paese ma anche e soprattutto a livello europeo. Bratti ha annunciato infine che gli atti del convegno sarebbero stati raccolti al fine di essere inseriti in un’indagine sul mercato del riciclo in Italia attualmente in corso.

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