LA COSTRUZIONE DEL SISTEMA EPR PER IL SETTORE C&D

Il Centro Materia Rinnovabile (CMR) sta promuovendo e realizzando un progetto con lo scopo di favorire i rapporti tra domanda e offerta di materiali recuperati nelle filiere dell’edilizia e delle infrastrutture.

L’analisi e l’elaborazione delle soluzioni abbraccia tutta l’estensione del comparto edilizia, a partire dalle imprese di costruzione e i produttori di materiali, per arrivare ai gestori di rifiuti e ai soggetti che definiamo “Valorizzatori”, cioè le imprese che producono materiali rinnovati o prodotti per l’edilizia che li contengono.
Data l’ampiezza del tema, per sviluppare la ricerca il Centro Materia Rinnovabile ha costruito meccanismi di consultazione e confronto con le principali associazioni di categoria nel settore e con alcuni referenti istituzionali.
Per quanto riguarda le Associazioni, sono state formalizzate le collaborazioni con: Ance, Fise Unire–Anpar,Cna–CnaCostruzioni, Confartigianato–Anaepa, Federbeton–Atecap, Confcooperative, NAD, Gruppo Rea. In accordo con questi soggetti, sono stati avviati approfondimenti specifici con un piccolo gruppo di imprese, leader nelle buone pratiche, che costituiscono punto di riferimento nazionale per le innovazioni tecnologiche praticabili. Queste stesse imprese sono diventati i Partner sostenitori che hanno fornito le risorse per alimentare la prima fase del lavoro conclusasi nell’estate del 2017.
Per quel che riguarda i referenti istituzionali, il Ministero dell’Ambiente (Direzione Generale per i Rifiuti e l’Inquinamento – RIN) ha formalmente riconosciuto il ruolo di CMR come facilitatore e organizzatore delle istanze del settore ed ha avviato una serie di consultazioni con gli operatori di CMR per mettere a punto gli interventi normativi di competenza del Ministero stesso, per favorire l’Economia circolare nei comparti edilizia e infrastrutture. Dall’altro lato è nata una collaborazione con la Commissione Bicamerale Rifiuti (Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati) che attraverso incontri, convegni e audizioni, ha valutato il “pacchetto” di strumenti normativi, tecnici ed economici che CMR ha proposto all’attenzione parlamentare per accelerare e favorire un uso ecoefficiente dei materiali all’interno della filiera.

Oggi l’attività prosegue su più fronti, mentre vengono messe a punto ulteriori analisi economiche e soluzioni condivise per valutare i possibili miglioramenti delle prestazioni tecniche ed economiche nei diversi segmenti della filiera.
In particolare l’ipotesi, condivisa con Associazioni e istituzioni, è che, per rendere efficace questa svolta, sia necessario creare uno o più Sistemi collettivi per l’Edilizia e le Infrastrutture. Cioè forme di aggregazione delle imprese del settore (sulla base della cosiddetta Extended Producer Responsibility, EPR) capaci di integrare le azioni in questi comparti, generando economie di scala e vantaggi per la collettività.

1. LA RICERCA

L’analisi del settore C&D

La prima fase del progetto è stata una ricerca conclusasi nell’estate 2017, dove sono state raccolte e analizzate tutte le principali problematiche relative alla valorizzazione dei flussi di materiali provenienti da C&D, per arrivare a definire proposte condivise che soddisfino tutti gli stakeholder partecipanti.
Contemporaneamente, sono stati svolti approfondimenti su alcuni Paesi europei (in particolare Francia, Inghilterra, Germania e Olanda) per valutare i numeri implicati, le normative adottate e i metodi sperimentati nei punti cruciali della gestione C&D. Ne è uscito un quadro estremamente diversificato e disomogeneo, che ha però evidenziato una gamma di soluzioni particolari di cui tenere conto nel proseguimento del lavoro.
È stato anche analizzato approfonditamente il Protocollo Europeo per la gestione dei rifiuti C&D (concluso a inizio 2017), che costituisce attualmente la linea guida per il processo di ricomposizione dei comportamenti dei diversi Paesi dell’Unione. Ciò anche in ottemperanza dei nuovi importanti target di riuso-recupero-riciclo posti dal pacchetto Economia Circolare (modifiche a 4 Direttive in materia di rifiuti, discariche, imballaggi, veicoli fuori uso, pile e Raee), attualmente in fase di approvazione.
Il risultato di questa fase di ricerche e dibattiti con le Associazioni del settore è stato un programma di confronti a livello ministeriale e parlamentare per portare avanti le proposte nell’ottica della costruzione di un Sistema collettivo nazionale (EPR).

2. IL PROGETTO

Gli interventi per facilitare l’Economia circolare nel settore

La seconda fase delle operazioni, dall’estate 2017 a marzo 2018, è stata dedicata a mettere a punto le proposte normative, tecniche ed economiche attraverso il confronto da un lato con il Ministero dell’Ambiente e dall’altro con i rappresentanti di Camera e Senato.
La ricerca presso le imprese ha mostrato con chiarezza che la transizione dell’Edilizia verso l’Economia circolare richiede – oltre ad alcuni criteri guida – una serie di strumenti tecnico-normativi in grado di superare le grandi difficoltà procedurali ed economiche che attualmente bloccano il settore. Questi strumenti devono agire in modo coerente e integrato in tutte le fasi della filiera: dal cantiere di costruzione e demolizione, alla gestione dei rifiuti e sottoprodotti, ai processi di riciclo e valorizzazione, alla qualificazione dei materiali “rinnovati”, al loro migliore impiego nelle costruzioni e nelle infrastrutture.
Sono state identificate tre diverse tipologie di strumenti: tecnico normativi, economici, di sistema.

Strumenti tecnico normativi

Sono stati considerati necessari innanzitutto interventi normativi, in particolare per favorire la transizione da “rifiuto” a “prodotto”.
Si è così affrontato il problema dell’“End of Waste” (a partire dagli aggregati riciclati). Dopo ampia discussione con tutte le parti (MinAmbiente, Ispra e rappresentanti delle Associazioni aderenti al progetto), è stata elaborata la bozza del testo per il dicastero. La prossima emanazione del Decreto validerà le condizioni attraverso le quali un flusso di materiali può essere considerato idoneo ad essere direttamente impiegato nei cicli di produzione, passando così dalla dimensione di rifiuto a quella di “prodotto”.
I materiali pronti a divenire prodotti sono sempre più numerosi. Ma va effettuato un cambiamento di “visione”, in base al quale le valutazioni e i controlli facciano riferimento alle caratteristiche del prodotto risultante anziché a quelle del rifiuto originario. Il Decreto, nei suoi allegati, stabilisce appunto i requisiti tecnici, i test e i controlli in grado di validare i materiali esaminati in quanto prodotti e non più in quanto rifiuti.
Le ulteriori proposte normative elaborate, che verranno via via discusse con il Ministero e sfoceranno in ulteriori decreti, sono le seguenti:

Proposta 1 – Audit di Predemolizione.
Si tratta di rendere obbligatorio (per i cantieri di grandi dimensioni) un Audit predemolizione, al fine di creare le migliori condizioni per la caratterizzazione e classificazione dei rifiuti nonché fissare i criteri di valorizzazione dei singoli flussi di materia, anche in rapporto alle possibilità offerte dal contesto locale.

Proposta 2 – Qualificazione del cantiere
Qualificare, dal punto di vista normativo, il cantiere come “processo di produzione”, aprendo così la possibilità che alcuni materiali derivanti dalla costruzione e dalla demolizione possano entrare nell’ambito dei sottoprodotti.
Proposta 3 – Luoghi di Raggruppamento (LdR)
Coerentemente con le linee guida del protocollo UE e traendo ispirazione dal sistema francese si definiscono le condizioni per la creazione di Luoghi di Raggruppamento (LdR) che possono essere localizzati presso i grandi distributori di materiali edili. Per ogni LdR va stabilito quali materiali possono entrare e in che quantità, avendo cura di favorire i materiali valorizzabili in quella specifica area, semplificando le modalità di gestione e di attivazione della raccolta.

Proposta 4 – Consentire il deposito di rifiuti C&D presso la propria sede
Prevedere che anche per i rifiuti C&D – analogamente a quanto avviene per i rifiuti provenienti da attività di manutenzione o assistenza sanitaria – valga il criterio di considerarli “prodotti presso la sede o il domicilio” del soggetto che svolge l’attività, il quale è di conseguenza autorizzato a realizzare ivi il proprio deposito temporaneo.
Proposta 12 – Creazione di End of Waste per specifici flussi di rifiuti C&D
Per rafforzare il passaggio da “rifiuto” a “prodotto”, verranno proposti EoW per cartongesso, plastiche e guaine bituminose. (vetro e metalli hanno già una regolazione generale di EoW definita a livello comunitario).

Strumenti economici

In parallelo vanno avviati strumenti economici (sia disincentivanti che incentivanti). Il mercato degli aggregati riciclati e degli altri prodotti derivanti da demolizione è un mercato povero, dove spesso il valore dei materiali non riesce a compensare i costi di raccolta, riciclo e garanzie prestazionali. Per questo, in questa fase di transizione del comparto, è utile prevedere il ricorso a strumenti economici, disincentivanti dello smaltimento e incentivanti dell’impiego di materiali riciclati.

Al proposito sono state messe a punto le seguenti proposte:

Proposta 5 – aumento del costo di smaltimento in discarica
Introdurre un emendamento nella Legge 549/1995 che aumenti l’importo minimo del tributo speciale sulle discariche per inerti da 1 euro/ton a 8 euro/ton, lasciando immutata la soglia massima a 10 euro/ton.
Proposte 6-7-8-9-10-11 – Detrazioni fiscali per Riqualificazione Materica
Per favorire l’efficienza energetica degli edifici sono state istituite norme specifiche che fanno sì che, in alcuni casi, una quota significativa dei costi (dal 50% al 75%) possa essere recuperata in detrazione fiscale. In coerenza con la diminuzione delle facilitazioni “generalizzate” introdotta dall’ultima finanziaria, sembra corretto suggerire che la detrazione fiscale valga solo nei casi in cui nell’edificio venga utilizzata una percentuale definita di materiali provenienti da riciclo (detrazione fiscale per riqualificazione materica). Va ricordato al proposito che l’interlocutore governativo non è più, in questo caso, il Minambiente, bensì il Ministero per lo Sviluppo.

Sistema collettivo

Ma soprattutto va ricordato che l’elemento decisivo dal punto di vista strategico è “fare sistema”. I meccanismi dell’Economia circolare diventano reali quando le imprese del settore si coordinano, trovando volontariamente razionalizzazioni economiche e territoriali e vigilando sulle infiltrazioni illecite. Va quindi favorita la creazione di un Sistema collettivo dell’Edilizia, flessibile, governato dalle imprese e controllato dalle istituzioni, in grado di attivare convenzioni e transazioni economiche regolate e prevedibili a livello nazionale.

Proposta 13 – Creazione di un sistema EPR per il settore C&D
In attuazione dell’articolo 178-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, si propone di costruire un sistema EPR per il settore C&D attraverso un decreto del Ministro dell’ambiente avente natura regolamentare. Il decreto – dopo il parere della Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 281/1997 – fissa le modalità e i criteri di introduzione della responsabilità estesa del produttore del prodotto nell’organizzazione del sistema di gestione dei rifiuti di costruzione e demolizione, e prevede l’emanazione di successivi decreti attuativi per la definizione delle modalità tecniche e organizzative del sistema.

3. I PROSSIMI PASSI

  • Tutte le proposte costruite nella fase progettuale, sono state presentate e condivise con il Ministero dell’Ambiente e la Commissione bicamerale sui Rifiuti.
  • Sono state concretamente avviate e sono in fase di approvazione il primo Decreto End of Waste per gli aggregati riciclati (cioè i materiali inerti derivanti da demolizioni) e il Decreto per la creazione di Luoghi di Raggruppamento (cioè la possibilità che i Centri di vendita di materiali edili siano autorizzati, in formula semplificata, a ricevere rifiuti da demolizione, creando così una rete capillare di punti di raccolta).

Il Minambiente ha recentemente deciso che il decreto sui Luoghi di Raggruppamento sarà integrato nel futuro Decreto che definirà le regole precise del Sistema collettivo C&D, in attuazione dell’articolo 178-bis del Codice Ambientale (Dlgs 152/2006).
Per riuscire a costruire il sistema saranno fondamentali studi mirati a comprendere quali sono le dinamiche gestionali ed economiche attuali della gestione dei rifiuti C&D in Italia, in modo da proporre un modello funzionale preciso adatto alla realtà del settore edilizia.
Si dovranno stabilire tutti i fondamentali principi di un sistema a “responsabilità estesa”, condivisi sempre con le associazioni di categoria promotrici del nostro progetto, le istituzioni di riferimento e nuovi interlocutori che entrano in gioco in questa seconda fase progettuale